Una panoramica sulla disoccupazione giovanile in Italia: oltre 1 su 3 non lavora!

Il tasso di disoccupazione giovanile misura l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro.

In Italia i dati sulla disoccupazione giovanile si presentano drammatici stando ad alcuni dati e fonti ufficiali: dal 2007 al 2011 si è passati da una percentuale del 24% a una del 32% fino ad un massimo storico negativo registrato nel primo trimestre 2012 che aumenta la percentuale al 39,3% (aggiornamento: da una news sul sito www.agi.it pare che la disoccupazione giovanile ad Agosto 2012 sia “scesa” al 34,5%, livello comunque insostenibile per un paese avanzato come l’Italia…).


Per capire meglio il fenomeno della disoccupazione giovanile allo stato attuale e tentare di dare una spiegazione a quello che oggi è tale fenomeno occorre fare qualche riflessione sulle cause del problema stesso e del perchè l’ingresso nel mondo del lavoro è diventato così difficile per i giovani e le giovani italiani.

Una delle possibili cause è da ascrivere alle cosiddette politiche di protezione dell’impiego, ovvero quelle misure orientate a rendere oneroso il licenziamento dei lavoratori da parte delle imprese e quindi salvaguardare e tutelare i lavoratori. Più sono restrittive queste misure più è difficile l’ingresso per i giovani e quindi più è alta la disoccupazione. Più le misure sono restrittive e più il mercato del lavoro si irrigidisce inasprendo tale difficoltà soprattutto per i giovani che, almeno per un fatto anagrafico, hanno meno esperienza.

Secondo l’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, dovrebbero studiarsi misure che congiuntamente tutelino i lavoratori ma non ostacolino i potenziali nuovi ingressi. Ciò renderebbe il mercato del lavoro più dinamico e competitivo

Un’altra possibile causa è nelle forme contrattuali attuali che certamente penalizzano i giovani alimentando il senso di precarietà e l’incertezza occupazionale. La percentuale di contratti a tempo determinato che non vengono rinnovati dopo la prima volta è davvero alta. L’effetto negativo si ripercuote anche sulla vita privata poichè il giovane è impossibilitato a fare programmi riguardo la sua vita privata (matrimonio, acquisto casa, figli, ecc). Si auspica, a questo punto, una seria riforma del mercato del lavoro che razionalizzi le forme contrattuali, le renda adeguate ai tempi e ai bisogni dei lavoratori e dei datori di lavoro.
E’ urgente, pertanto, una serie di interventi legislativi, economici e sociali che facilitino l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che ne tutelino la professionalità e l’individualità e soprattutto che contribuiscano a diminuire le drammatiche e preoccupanti percentuali di disoccupati, sia uomini che donne.

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